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Differenze tra colonscopia e rettoscopia: quale esame scegliere?

Dottor Claudio Pagano Proctologo

Quando si manifestano disturbi intestinali come sangue nelle feci, dolori addominali, alterazioni dell’alvo o sospetti di patologie del colon e del retto, il medico può consigliare esami endoscopici per una diagnosi accurata. Due tra i più comuni sono la colonscopia e la rettoscopia, spesso confuse tra loro ma con differenze sostanziali per scopo, durata e area esplorata.

In questo articolo scopriremo in modo chiaro cosa distingue la colonscopia dalla rettoscopia, quando è indicato eseguire ciascun esame, come si svolgono e quali informazioni forniscono al medico.

Cos’è la colonscopia

La colonscopia è un esame endoscopico che permette di visualizzare l’intero intestino crasso, dal retto fino al cieco, cioè la porzione iniziale del colon che si collega all’intestino tenue.

Viene eseguita con un dispositivo flessibile chiamato colonscopio, dotato di una microcamera e di una sorgente luminosa, che trasmette immagini in alta definizione su un monitor.

Durante la colonscopia, il medico può osservare direttamente la mucosa intestinale, identificare eventuali lesioni, infiammazioni, diverticoli o polipi, e se necessario eseguire biopsie o rimuovere piccole formazioni sospette.

L’esame rappresenta quindi lo strumento diagnostico e preventivo più completo per le patologie del colon e del retto, inclusi i tumori del tratto intestinale inferiore.

Cos’è la rettoscopia

La rettoscopia (o proctoscopia) è un esame più mirato e meno invasivo rispetto alla colonscopia.

Serve per esplorare la parte finale dell’intestino, cioè il retto e, in alcuni casi, il canale anale.

Viene eseguita con uno strumento rigido o flessibile chiamato rettoscopio, di diametro inferiore rispetto al colonscopio, che consente di valutare eventuali lesioni, infiammazioni, ragadi, emorroidi interne, tumori rettali o fistole.

La rettoscopia è spesso utilizzata come esame di primo livello, soprattutto quando i sintomi sono localizzati nella parte terminale dell’intestino, come nel caso di sanguinamento anale, dolore durante la defecazione o sospetto prolasso rettale.

Le principali differenze tra colonscopia e rettoscopia

Sebbene entrambi siano esami endoscopici, colonscopia e rettoscopia non sono intercambiabili.

Ecco le principali differenze tra i due esami:

CaratteristicaColonscopiaRettoscopia
Area esplorataIntero colon (cieco, colon ascendente, trasverso, discendente, sigma e retto)Solo il retto e, in parte, il canale anale
Durata dell’esame20–40 minuti circa5–10 minuti
PreparazioneRichiede dieta liquida e lassativi il giorno primaPreparazione semplice, spesso sufficiente un clistere
SedazioneGeneralmente necessaria (sedazione leggera o profonda)Raramente necessaria
FinalitàDiagnosi e prevenzione di patologie del colon, rimozione di polipi, biopsieDiagnosi di patologie rettali o anali
InvasivitàMaggioreMinore
Indicazioni principaliDolori addominali persistenti, sangue occulto nelle feci, familiarità per tumori del colon, diarrea cronicaSanguinamento anale, sospetto di emorroidi, ragadi, polipi rettali

In sintesi, la colonscopia è più completa, mentre la rettoscopia è più specifica per disturbi localizzati al retto e all’ano.

Quando è indicata la colonscopia

La colonscopia viene prescritta quando il medico sospetta una patologia che coinvolge l’intestino crasso nel suo complesso o quando serve uno screening preventivo per il tumore del colon-retto.

Le principali indicazioni comprendono:

  • Sangue occulto nelle feci o emorragie intestinali inspiegabili
  • Dolori addominali cronici o ricorrenti
  • Alterazioni dell’alvo (stitichezza o diarrea persistente)
  • Anemia da carenza di ferro non spiegata da altre cause
  • Familiarità per carcinoma del colon-retto o per poliposi intestinale
  • Controllo post-operatorio o post-poliposi
  • Monitoraggio di malattie infiammatorie intestinali come la colite ulcerosa o il morbo di Crohn

Grazie alla possibilità di rimuovere polipi e prelevare biopsie, la colonscopia è uno strumento fondamentale anche nella prevenzione oncologica.

Quando è indicata la rettoscopia

La rettoscopia è consigliata quando i sintomi sono circoscritti alla parte terminale dell’intestino.

È spesso il primo esame richiesto in caso di:

  • Sanguinamento anale visibile (anche occasionale)
  • Dolore o bruciore anale durante o dopo la defecazione
  • Sospetto di emorroidi interne o prolasso rettale
  • Ragadi o fistole anali
  • Presenza di muco o secrezioni anomale dal retto
  • Alterazioni del tono dello sfintere anale

Si tratta di un esame rapido e generalmente ben tollerato, che può fornire un’indicazione immediata sulla natura dei sintomi e indirizzare verso ulteriori approfondimenti, come la colonscopia.

Come si svolgono gli esami

Colonscopia

Il paziente, dopo un’adeguata preparazione intestinale con dieta liquida e lassativi, viene posizionato sul fianco sinistro.

Il colonscopio viene introdotto delicatamente attraverso l’ano e fatto avanzare lungo il colon.

Durante l’esame il medico può:

  • Esplorare visivamente le pareti intestinali;
  • Eseguire biopsie (prelievi di tessuto);
  • Rimuovere piccoli polipi;
  • Trattare sanguinamenti localizzati.

L’esame è solitamente eseguito in sedazione, per garantire il massimo comfort al paziente.

Rettoscopia

La rettoscopia non richiede una preparazione complessa: di solito basta un clistere evacuativo qualche ora prima.

Il paziente si sdraia sul fianco sinistro o assume la posizione ginecologica; il medico inserisce il rettoscopio nel canale anale per osservare il retto.

L’esame dura pochi minuti e raramente necessita di anestesia locale o sedazione.

Quale esame scegliere?

La scelta tra colonscopia e rettoscopia dipende dai sintomi e dal sospetto clinico.

In generale:

  • Se il medico sospetta un problema limitato al retto o all’ano, come emorroidi, ragadi o prolasso, la rettoscopia è sufficiente.
  • Se invece i disturbi sono più estesi o se serve una valutazione completa del colon, allora è indicata la colonscopia.
  • Nei casi in cui la rettoscopia individui lesioni che potrebbero estendersi oltre il retto, viene comunque consigliato di completare l’indagine con una colonscopia.

Qual è l’esame più accurato?

Dal punto di vista diagnostico, la colonscopia è più completa e accurata, perché esplora l’intero intestino crasso e consente interventi terapeutici immediati.

Tuttavia, non è sempre necessario sottoporvisi: la rettoscopia resta l’esame di riferimento per la parte terminale del retto, con un approccio meno invasivo e più semplice da eseguire.

Il medico specialista (gastroenterologo o proctologo) valuterà caso per caso quale procedura è più appropriata, considerando età, sintomi, storia clinica e fattori di rischio.

Colonscopia e rettoscopia: esami complementari

In molti casi, i due esami non si escludono, ma si completano a vicenda.

La rettoscopia può rappresentare il primo passo diagnostico per un problema localizzato, mentre la colonscopia permette di escludere o confermare patologie più diffuse.

La combinazione delle due indagini consente di ottenere una visione completa della salute intestinale e di intervenire tempestivamente in caso di lesioni precancerose o infiammatorie.

Colonscopia e rettoscopia sono strumenti fondamentali nella diagnosi e nella prevenzione delle malattie del tratto intestinale inferiore.

La scelta dell’esame giusto dipende dai sintomi e dall’area da indagare: la colonscopia esplora tutto il colon, mentre la rettoscopia si concentra sul retto.

Affidarsi a un proctologo o gastroenterologo esperto è il modo migliore per ricevere una valutazione accurata, ridurre i tempi diagnostici e agire in modo mirato sulla salute intestinale.

Domande e Risposte

1. La colonscopia fa male?

No, perché viene eseguita in sedazione. Il paziente non avverte dolore, solo un leggero fastidio addominale dopo l’esame, che scompare in poche ore.

2. La rettoscopia richiede anestesia?

Generalmente no. L’esame è rapido e poco invasivo; in alcuni casi si può usare un lubrificante anestetico per ridurre il fastidio.

3. Ogni quanto tempo è consigliata la colonscopia di screening?

Dopo i 50 anni è consigliata ogni 10 anni, o prima in presenza di familiarità per tumori del colon o polipi intestinali.

4. È possibile eseguire la rettoscopia in ambulatorio?

Sì, la rettoscopia si svolge in regime ambulatoriale e non richiede ricovero. Dopo pochi minuti il paziente può tornare alle sue attività.

5. Se la rettoscopia evidenzia anomalie, serve anche la colonscopia?

Sì, se vengono trovate lesioni sospette o si sospetta un’estensione oltre il retto, la colonscopia è utile per completare la diagnosi.